
🍃 Le foglie
Le foglie del tasso barbasso sono tra le caratteristiche più particolari della pianta:
Molto grandi, ovali e allungate, con margini leggermente ondulati.
Ricoperte da una fitta peluria biancastra e morbida, che dona loro un aspetto vellutato e grigiastro.
Le foglie basali formano una rosetta, mentre quelle sul fusto sono disposte in modo alterno e abbracciano parzialmente il fusto.
Questa peluria, oltre a proteggere la pianta dalla perdita d’acqua, ha ispirato in passato usi curiosi, come quello di impiegarle come “carta naturale”.

Il tasso barbasso è una pianta erbacea biennale imponente, appartenente alla famiglia delle Scrophulariaceae. Nel primo anno sviluppa una grande rosetta di foglie basali, mentre nel secondo anno emette un lungo fusto eretto che può raggiungere i 2 metri di altezza, terminante con una spiga fiorita che domina i campi incolti e le strade di campagna.
La sua presenza è inconfondibile: la pianta sembra una torcia naturale che si erge solitaria, ben visibile anche da lontano.

🌸 I fiori
Nel secondo anno, tra giugno e settembre, il tasso barbasso si ricopre di fiori giallo oro raccolti in una lunga e densa spiga terminale.
I fiori hanno cinque petali e stami ricoperti da peli color arancio-rossastro.
Sbocciano poco a poco, dal basso verso l’alto della spiga, rendendo la fioritura progressiva e duratura.
Durante le giornate di sole, si aprono al mattino e si chiudono già nel pomeriggio, seguendo la luce.
💊 Proprietà terapeutiche
Il tasso barbasso è noto da secoli come pianta delle vie respiratorie.
Emolliente e lenitivo: grazie alle mucillagini protegge e calma le mucose irritate.
Espettorante e bechico: favorisce l’espulsione del muco e calma la tosse secca e stizzosa.
Antinfiammatorio naturale: utile in caso di mal di gola, bronchite, raucedine.
Uso esterno: impacchi e lavaggi leniscono irritazioni cutanee, scottature e punture d’insetti.
Olio di fiori: tradizionalmente usato come rimedio popolare contro otiti e dolori auricolari lievi.
Con il nome “barbasso” in botanica si indicano diverse specie del genere Verbascum, che comprende oltre 350 specie diffuse soprattutto in Europa e Asia.
In Italia se ne trovano parecchie, e spesso vengono confuse tra loro perché hanno tutte il fusto eretto e la spiga fiorita gialla. Le più comuni sono:
Verbascum thapsus – Tasso barbasso
(il più noto)
Alto fino a 2 m.
Foglie grandi, grigio-argentee e vellutate.
Fiori gialli in densa spiga, con stami ricoperti da peli arancio-rossi.
Usato soprattutto come pianta medicinale per tosse e bronchite.

Verbascum densiflorum – Barbasso
a fiori densi
Simile al thapsus ma con spiga più compatta e fiori leggermente più grandi.
Anch’esso officinale, spesso usato come sostituto del thapsus.

Verbascum phlomoides
Barbasso farinoso
Foglie più allungate e meno pelose.
Fiori gialli con peli bianchi sugli stami.
Anch’esso utilizzato in erboristeria.

Verbascum nigrum – Barbasso nero
Fusto con sfumature più scure.
Fiori gialli ma con stami viola scuro: molto decorativi.

Verbascum lychnitis – Barbasso lucernario
Più ramificato, non ha la spiga unica ma diverse infiorescenze laterali.
Fiori gialli o biancastri.

👉 In generale, le specie più usate in erboristeria sono:
Verbascum thapsus
Verbascum densiflorum
Verbascum phlomoides
che vengono considerate intercambiabili per le proprietà terapeutiche.
🌟 Curiosità
In passato la pianta veniva chiamata “candela regia” o “torcia dei poveri”: il lungo fusto secco, immerso nel sego o nella pece, veniva acceso per illuminare.
Le foglie morbide venivano usate come solette negli stivali per proteggere i piedi, oppure come carta naturale in mancanza d’altro.
Nell’antichità, i Greci e i Romani lo consideravano un simbolo di protezione e forza, spesso associato alle divinità della luce.
Il suo portamento maestoso, con la spiga che si innalza dritta verso il cielo, ha sempre affascinato l’uomo, tanto da farla comparire in leggende e rimedi popolari di molte culture rurali.