Equisetum arvense - coda cavallina
Caratteristiche
IEquiseto:
il fossile vivente delle foreste preistoriche
In un’epoca lontana, durante l’Era Paleozoica, gli equiseti dominavano le foreste, svettando fino a 30 metri di altezza. Oggi non hanno più quell’imponenza, ma portano ancora con sé la memoria di un mondo antico in cui erano i signori incontrastati della natura. Sono considerati dei fossili viventi, poiché sono gli ultimi testimoni di un passato remote. L’equiseto è una pianta perenne erbacea, che nasconde le sue gemme nel sottosuolo. Durante l’inverno e nei periodi difficili, la pianta non mostra organi aerei, ma sopravvive grazie ai rizomi, fusti sotterranei da cui ogni anno si sviluppano nuove radici e steli. Per resistere alle stagioni avverse, alcuni dei suoi rami ipogei si trasformano in piccoli tuberi rotondi, che immagazzinano sostanze di riserva e permettono alla pianta di svernare. Gli equiseti amano gli ambienti umidi e si trovano spesso in terreni sabbiosi o addirittura in zone semi-acquatiche. Alcune specie, invece, si sono adattate a suoli argillosi, dimostrando una straordinaria capacità di sopravvivenza attraverso le epoche.




esistono diverse specie di equiseto, ma le più note sono l’Equisetum arvense (o equiseto dei campi) e l’Equisetum palustre (o equiseto palustre).
Equisetum arvense:
È la specie più utilizzata in fitoterapia. È considerato sicuro e benefico per vari usi, come rimedio naturale.
Equisetum palustre:
Questa specie, invece, contiene sostanze che possono essere tossiche e non è adatta per uso terapeutico.
Per distinguere l’Equisetum arvense dall’Equisetum palustre, ci sono alcune caratteristiche da tenere presenti:Forma e dimensione
: l’Equisetum arvense è generalmente più piccolo con fusti sottili e ramificati, mentre l’ equisetum palustre tende ad essere più robusto e meno ramificato.Colore e struttura l’Equisetum arvense ha un colore verde
chiaro e fusti cavi, mentre l’Equisetum palustre è di un verde più scuro e ha fusti più spessi.
Segmenti e rami: i segmenti dell’Equisetum arvense sono più corti e i rami si dispongono in verticilli regolari mentre nell’equisetum palustre i segmenti sono più lunghi e i rami meno numerosi.‘Equisetum arvense cresce spesso in terreni asciutti e campi, mentre l’Equisetum palustre si trova in ambienti più umidi e paludosi.




Tabella erboristica
Nome botanico | Equisetum arvense L. |
---|---|
Famiglia | Equisetaceae |
Parti utilizzate | Fusti sterili |
Principi attivi | Silice, flavonoidi, saponine, acido gallico |
Proprietà | Diuretica, remineralizzante, cicatrizzante |
Usi principali | Problemi urinari, fragilità ossea, infiammazioni cutanee |
Modalità d’uso | Tisana, decotto, impacchi, oleolito |
Controindicazioni | Sconsigliato in gravidanza, allattamento e in caso di insufficienza renale |
Varietà di Equiseto

Equisetum bogotense
Sono piante perenni sempreverdi che raggiungono dimensioni notevoli, in base alla specie. In antichità, raggiungevano addirittura i 30 m.

Equisetum arvense.
L’equiseto dei campi (Equisetum arvense L., 1753) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia Equisetaceae.

Equisetum fluviatile.
è una felce acquatica appartenente alla famiglia delle Equisetaceae. Come leggere il tassobox. Equisetum fluviatile

Equisetum giganteum.
La equisetum giganteum è una pianta perenne robusta che prospera in ambienti umidi, rendendola facile da curare se si soddisfano le condizioni giuste.

Equisetum hyemale.
L’Equisetum hyemale è una pteridofita erbacea perenne sempreverde della famiglia degli equiseti, originaria dell’Eurasia e della Groenlandia

Equisetum myriochaetum
L’Equisetum myriochaetum, noto anche come equiseto gigante messicano, è una specie di equiseto originario del Nicaragua, Costa Rica, Colombia, Venezuela, Ecuador, Perù e Messico.
Equisetum arvense Descrizione delle foglie
Aspetto delle foglie
A prima vista, l’Equisetum arvense (equiseto dei campi) sembra privo di foglie, ma in realtà queste sono presenti in forma molto ridotta. Si tratta di megafille trasformate, che si sviluppano dai nodi del fusto principale. Appaiono come sottili strutture erette, strettamente aderenti al fusto, formando una guaina dentellata o lobata che avvolge ciascun nodo. Hanno un aspetto lanceolato e squamoso, e il loro colore varia dal bruno al verde chiaro, rendendole poco visibili a occhio nudo.

Descrizione dei fiori

fiori dell’equiseto: una particolarità botanica
L’equiseto (Equisetum spp.) è una pianta primitiva e senza fiori nel senso tradizionale del termine. Non produce fiori veri come le piante da fiore (angiosperme), né semi come le conifere (gimnosperme), ma si riproduce tramite spore, un meccanismo simile a quello delle felci.
★ Struttura riproduttiva: non fiori, ma sporofilli
Le spore si trovano in sporangi, che sono racchiusi in piccoli organi chiamati sporofilli.
Questi sporofilli sono raccolti in una struttura a forma di cono (simile a una pannocchia), detta strobilo o cono sporangifero, posta in cima ai fusti fertili.
Gli strobili sembrano piccoli “pennacchi” giallastri o marroncini e sono gli unici elementi della pianta che possono vagamente ricordare un fiore, ma non lo sono dal punto di vista botanico.
★ Due tipi di fusti
L’equiseto presenta spesso due tipi di fusti:
★Fusti fertili, chiari e non ramificati, che portano ★gli strobili e compaiono a inizio primavera.
★Fusti sterili, verdi e ramificati, che appaiono dopo e fanno la fotosintesi
★Fusti fertili: emergono in primavera, sono di colore bruno chiaro, non ramificati e privi di clorofilla. Terminano con uno strobilo apicale, una struttura a forma di cono che produce le spore. Questi fusti sono responsabili della riproduzione della pianta
★Fusti sterili: appaiono successivamente, sono verdi, fotosintetici e ramificati in verticilli. Hanno un aspetto simile a una bottiglia per la presenza di numerosi rami sottili disposti a corona
★Foglie: sono ridotte a piccole squame fuse tra loro, formando una guaina dentellata attorno ai nodi del fusto. Queste strutture, chiamate ★microfille, sono poco evidenti e non svolgono la fotosintesi, funzione assunta dai fusti verdi.
★Rizoma: la parte sotterranea della pianta è costituita da un rizoma orizzontale, da cui si sviluppano sia i fusti fertili che quelli sterili. Il rizoma consente alla pianta di propagarsi e sopravvivere durante le stagioni avverse.
I “fiori” dell’Equiseto: una particolarità botanica
L’Equisetum arvense non produce fiori veri e propri: si tratta infatti di una pianta primitiva che si riproduce tramite spore, come le felci. Non fa parte delle angiosperme né delle gimnosperme.
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★ Struttura riproduttiva: gli strobili
Le spore sono contenute in sporangi, racchiusi in piccoli organi chiamati sporofilli.
Gli sporofilli si riuniscono in una struttura detta strobilo (o cono sporangifero), posta all’apice dei fusti fertili.
Lo strobilo ha forma di una pannocchia compatta, dal colore giallastro o brunastro: ricorda un fiore, ma non lo è botanicamente
.★ Due tipi di fusti
★Fusti fertili:
Chiari, non ramificati.
Appaiono a inizio primavera.
Portano lo strobilo alla sommità.
★Fusti sterili:
Verdi, sottili e molto ramificati.
Emergono dopo i fusti fertili.
Hanno funzione fotosintetica.

Equisetum arvense proprietà terapeutiche
Un piccolo miracolo della natura, l’equiseto custodisce un segreto prezioso: la capacità di purificare e rinforzare il corpo umano.
Quando una persona sente il peso della stanchezza e il corpo trattiene più acqua del necessario, l’equiseto interviene come un fiume sotterraneo che scorre silenzioso. Goccia dopo goccia, aiuta i reni a eliminare tossine e liquidi in eccesso, riportando leggerezza e benessere. È come una pioggia benefica che lava via ogni impurità, lasciando dietro di sé una sensazione di freschezza e pulizia interiore.
Ma il suo potere non finisce qui.
Quando un’infezione insidia il sistema urinario, portando dolore e fastidio, l’equiseto si comporta come un guardiano silenzioso: calma l’infiammazione, aiuta a scacciare i batteri e rafforza le difese naturali.
E se i calcoli renali diventano un ostacolo doloroso, questa pianta lavora con pazienza, sgretolando piano piano quei piccoli cristalli, fino a spingerli via senza clamore, proprio come il vento che porta via la polvere.
L’equiseto è anche un alleato della bellezza e della forza: grazie ai suoi minerali preziosi, nutre le ossa, aiuta i denti a rimanere forti, e regala nuova vita a unghie e capelli, che diventano più robusti e luminosi, come se fossero stati sfiorati da un’antica magia naturale.
E non dimentichiamo la pelle, quel confine delicato tra noi e il mondo.
Quando una ferita fatica a guarire o un’ulcera brucia sulla superficie, l’equiseto interviene con la delicatezza di una carezza vegetale, aiutando i tessuti a rigenerarsi e a chiudere le cicatrici del tempo.
Così, questa pianta preistorica, che un tempo dominava la Terra, continua a prendersi cura dell’uomo, con la stessa saggezza silenziosa di sempre.
Preparazioni e utilizzi dell’Equiseto
★ Decotto (uso interno)
★Ingredienti: 2-3 cucchiai di equiseto essiccato, ½ litro d’acqua.
★Procedimento:
Metti l’equiseto in acqua fredda, porta a ebollizione e lascia bollire per 10 minuti a fuoco basso. Spegni e lascia in infusione per altri 10 minuti. Filtra.
★Uso: Bere nel corso della giornata per favorire la diuresi, depurare i reni e combattere la ritenzione idrica.
★ Tisana
★Ingredienti: 3 g di equiseto, 1 tazza d’acqua.
★Procedimento:
Porta l’acqua a bollore, aggiungi l’equiseto, fai bollire brevemente, spegni e lascia in infusione per almeno 1 ora. Filtra con colino.
★Uso: In caso di renella, cistiti, uretriti, prostatiti o per impacchi esterni.
★Succo della pianta fresca
★Preparazione: Centrifugare la pianta fresca lavata fino a ottenere un succo.
★Dose: 1-4 cucchiai al giorno.
★Uso: Favorisce la diuresi e la funzione urinaria.
Pomata all’equiseto
Ingredienti:
100 ml di oleolito di equiseto
10 g di cera d’api
5 g di burro di karité
5 gocce di olio essenziale di lavanda
Procedura: Sciogliere a bagnomaria cera e burro, aggiungere l’oleolito. Mescolare bene e versare in vasetti sterilizzati. Lasciare raffreddare prima di chiudere.
Uso: Massaggiare su pelle secca, screpolata, dolori articolari e muscolari.
Conservazione: In luogo fresco e asciutto, fino a 1 anno (meglio in frigorifero).
★Succo fresco:
Preparazione: Centrifugare la pianta fresca lavata fino a ottenere un succo.
Dose: 1-4 cucchiai al giorno.
Uso: Favorisce la diuresi e la funzione urinaria.
★ Controindicazioni
Non somministrare in caso di insufficienza renale o cardiaca.
Sconsigliata in gravidanza e allattamento.
Attenzione in caso di terapie con farmaci diuretici o anticoagulanti.

★Polvere:
★Preparazione: Macinare i fusti sterili essiccati fino a ridurli in polvere fine.
★Dose: 2 g al giorno, in yogurt, bevande o mescolata al sale.
★Uso: Per rinforzare ossa, unghie, capelli, particolarmente indicata anche in menopausa.
★ Oleolito di Equiseto
★Preparazione: Mettere equiseto essiccato in un barattolo, coprire con olio vegetale (es. mandorle o oliva). Lasciare macerare 2 settimane in luogo caldo. Filtrare.
★Uso: Base per pomate o da usare per massaggi articolari
★ Uso esterno
★Cataplasmi con succo fresco: Per ulcere, piaghe, vene varicose, ferite (azione emostatica).
★Decotto concentrato: 60-80 g in ½ litro d’acqua, bollire 30 minuti, raffreddare e usare per lavaggi, impacchi, sciacqui o gargarismi.
★Tintura madre sulle ferite: Favorisce la cicatrizzazione.
Tintura madre
100 g di equiseto essiccato ,500 ml di alcool alimentare. Un barattolo di vetro scuro con chiusura ermetica.
Sminuzzare l’equiseto e metterlo a macerare nell’alcool per 3 – 4 settimane in luogo buio, agita ogni giorno il barattolo. Dopo il tempo di macerazione, filtra la tintura con una garza o un colino a maglie fini.
Versa la tintura in una bottiglietta di vetro scuro con contagocce.
Se ben conservata, dura fino a 2 anni .
Come usarla:
30 gocce da diluire in poca acqua o in altra bevanda, 2/3 volte al giorno per almeno un mese in caso di fragilità delle unghie, perdita dei capelli, alopecia, accrescimento scheletrico degli adolescenti, menopausa, metabolismo lento, invecchiamento della cute, perdita di tono dei tessuti.
Equisetum arvense Curiosità
L’equiseto è una delle piante più antiche della Terra , esistente già 300 milioni di anni fa , quando le foreste erano popolate da enormi equiseti alti fino a 30 metri . Nonostante l’evoluzione, questa pianta è rimasta quasi invariata , dimostrando un equilibrio perfetto tra adattabilità e resistenza
Si racconta che nell’antichità, un vecchio guaritore vivesse ai margini di una foresta. Era famoso per la sua saggezza e il suo equilibrio interiore, e diceva che il segreto della forza e della longevità si trovava in una
piccola pianta che cresceva lungo i ruscelli. Gli abitanti del villaggio, curiosi, lo osservavano preparare decotti e impacchi con l’equiseto, dicendo che questa pianta insegnava la pazienza e l’equilibrio interiore , perché cresceva senza fretta, ma con una struttura perfetta e armoniosa .
Secondo la leggenda, chi beveva regolarmente il decotto di equiseto non solo si rafforzava fisicamente, ma trovava anche chiarezza mentale e stabilità emotiva , come se la pianta aiutasse a riequilibrare corpo e spirito .
Il nome “equiseto” deriva dal latino Equisetum , che significa “crine di cavallo”. Questo perché la pianta, con i suoi fusti sottili e segmentati, somiglia alla criniera di un cavallo.
Grazie all’elevata concentrazione di silicio , l’equiseto era usato nel passato per lucidare il legno ei metalli . Artigiani e falegnami lo strofinavano sulle superfici per renderle lisce e brillanti. Per questo motivo, veniva chiamato anche “
erba smeriglio.
Nell’Antica Roma e tra i popoli nordici, l’equiseto era considerato un rimedio rinvigorente . I guerrieri ne bevevano il decotto prima della battaglia per rafforzare il corpo e rendere le ossa più resistenti.